Ai molti appassionati di auto e motori il nome di Preston Tucker fa pensare subito ad un grande uomo, un geniale imprenditore e la sua “auto” da sogno. Un uomo, che ha cercato di fare e dare tanto al mondo dei motori e delle quattro ruote, senza però avere molta fortuna.
Tucker, nacque all'inizio del Novecento (1903), in quel periodo in cui le grandi Nazioni, iniziavano a dare forti impulsi all'industrializzazione e al progresso economico. Egli è stato un grande imprenditore, e amava dedicarsi al designer e a tutto quello che poteva avere un motore e delle ruote. Fu un grande progettista, addirittura lavoro con le sue idee e i suoi progetti, a dei nuovi carri armati, così come anche a degli aerei. Ma per tutti, Preston Tucker è soprattutto conosciuto per una sua grande idea, un suo lampo di genio, un auto moderna e rivoluzionaria per quel periodo, il 1947 circa. È stato girato anche un grande film in America, in onore di Tucker e la sua auto nel 1988, diretto nientemeno che dal famoso regista Francis Ford Coppola, e con un grande attore come Jeff Bridges nei panni di Preston Tucker.
Qualche cenno storico e le moderne soluzioni dell'auto di Tucker.
Per Tucker non fu molto facile mettere in pratica la sua grande idea, il suo sogno di una nuova auto. Ma quando si decise partì convinto con le sue sole forze, iniziando con il progetto dell'auto nel 1947, e poi comprando anche uno stabilimento che era servito a produrre motori per le famose fortezze volanti usate sino a pochi anni prima per bombardare durante la Seconda Guerra Mondiale, che come sappiamo durò fino al 1945. l'imprenditore era molto deciso nella sua idea e voleva riuscire a tutti i costi, senza quasi pensare a spese e costi. Questo di può capire, anche perché fece venire dall'Italia, Secondo Campini, il celebre costruttore e progettista del primo jet nella storia dell'aviazione, conosciuto col nome di Campini – Caproni. Stava per nascere una grande auto, che per Tucker doveva essere il rilancio e la rivoluzione nell'auto, ma che purtroppo non ebbe il meritato successo. Questa auto, venne presentata l'anno dopo la progettazione nel 1948, e dal dopo guerra, non si era vista un auto del genere, troppo avanti diciamo per un pubblico appena uscito da una grande guerra. Le grandi Industrie americane dell'auto, come General Motor, Ford e Chrysler, in quel preciso periodo di tragedia e di “ricostruzione” dagli immensi danni della guerra, avevano come idea fissa, dopo accordi vari, il voler rifilare al mercato delle auto, i modelli che erano “figli” di loro vecchi progetti, che magari però, erano risalenti addirittura agli anni Trenta, senza così fare troppa fatica a progettare auto nuove. La Tucker, invece si presentava con soluzioni nuovissime e rivoluzionarie, come il telaio perimetrale di protezione, il roll-bar integrato insieme alla scocca, la scatola guida dietro l'asse anteriore, nella plancia, si inseriva un rivestimento morbido e aveva anche le sospensioni indipendenti. Per quanto riguarda diciamo la sicurezza, quest'auto presentava alcune novità come, il piantone dello sterzo che collassava in caso di forte urto, in modo da non rischiare di rompere il torace del guidatore e una specie di cintura di sicurezza. Insomma, questa auto, fortemente voluta da Preston Tucker, e firmata dal designer Alex Tremulis, conteneva davvero tante piccole rivoluzioni al suo interno, era un oggetto del futuro per tutto il pubblico interessato. La caratteristica che subito veniva notata nella Tucker era sicuramente “l'occhio del Ciclope”, ossia un terzo fanale anteriore, messo in posizione centrale e che poteva essere orientato dal guidatore. Quest'auto era molto “ingombrante”, aveva infatti come dimensioni 5,56 metri di lunghezza e più di 2 metri di larghezza, e pesava circa 1900 chilogrammi. Il motore era un sei cilindri contrapposti, con 150 cavalli, ma sembra che non riusci mai ad erogarne più di 88 di cavalli.
La fine di un auto da sogno e della Azienda dell'imprenditore Tucker.
Purtroppo però il sogno (e l'auto) di Tucker, forte di tutte queste belle soluzioni tecniche e futuristica, non riuscì mai a decollare veramente. Sembra che le cause furono soprattutto l'ostracismo del resto del mondo industriale, che faceva propaganda negativa, specie con gli altri grandi marchi di auto avversari (molto conosciuti al pubblico e quindi sinceri a loro dire), che non avevano intenzione a lanciarsi in una folle rincorsa alla Tucker, ma anche il progetto in se stesso, forse troppo ambizioso e quasi eccessivo per quel “preciso” momento storico, oltre che una gestione imprenditoriale non perfetta in tutti i sensi. In quel momento, la gente uscita da una guerra, voleva soltanto un poco di serenità, di pace, e quindi voleva cose semplici, utili e soprattutto molto pratiche per ricominciare. Buttarsi in un finanziamento lungo, per comprare un auto nuova, grande, di cui non capivano magari tutte quelle soluzioni tecniche così moderne, era davvero pauroso.
Per tutto questo, dalla catena di montaggio della Tucker, uscirono prima del grande fallimento Aziendale, solo circa 36 vetture, non era questo che aveva sognato l'imprenditore Tucker. Altre 15 furono terminate in seguito, per un totale di 51 vetture. Devo dire subito, che per questo motivo, i pochissimi fortunati possessori di una Tucker, hanno una piccola fortuna in garage, visto che l'auto vale oggi come oggi se messa all'asta, più di un milione di Dollari americani.
Beh... forse difficilmente è capitato che una grande idea, un grande progetto di auto, possa avere tanta sfortuna, Tucker è un simbolo per questo. Ma queste cose esistono e devono essere raccontate in modo che tanti altri, possano trarre dei consigli e farne esperienza positiva.
L'uomo, il grande sognatore, l'imprenditore Tucker, morirà non molti anni dopo questo grande fallimento, nel 1956.
Nessun commento:
Posta un commento
Un grazie per la Vostra partecipazione nel Blog e i Vostri eventuali commenti lasciati.